Il mito delle trattorie per camionisti

Il “buon ristoro” per i camionisti offre spesso un menù del territorio, cucina casalinga e ambiente familiare. Il servizio talvolta spartano è rapido, soprattutto a pranzo, perché placato l’appetito c’è da risalire sul camion.
Alcuni ristoranti sono molto frequentati anche la sera grazie all’offerta di ampi posteggi e magari di servizi docce. Nei pressi del Grande raccordo anulare di Roma si
può gustare la trippa alla romana, lungo la Statale 12 Valdadige il bollito misto con pearà (salsa tipica a base di pane grattugiato, brodo di manzo e pepe), a Quattordio (Al) la pasta e fagioli, alla Stazione di Collesalvetti (Li) il cacciucco alla livornese e nei pressi dell’uscita San Savino (Ar) della A1, pappardelle al cinghiale e bistecche alla fiorentina.

Un’evoluzione senz’altro positiva di questo genere di locali riguarda la crescente diffusione dell’abitudine di esporre, in genere sul tavolo, il menu del giorno con i prezzi relativi. La trasparenza dei listini è del resto essenziale per stabilire tra ristoratori e clienti, chiunque essi siano, un rapporto di fiducia. In conclusione si può senz’altro affermare che il mito delle trattorie per camionisti resiste e a ragione. In fondo, ad alimentare la loro fama ha contribuito di recente anche la letteratura: “A mità strata vitti una trattoria davanti alla quale c’erano fermi tri camion, signo sicuro che lì si mangiava bono” (“La vampa d’agosto”, Andrea Camilleri).

fonte: il-portale-del-camionista.blogspot.it